Scrive Simona (nome di fantasia), 42 anni: “Vorrei chiedere un consiglio da mamma separata che sta vivendo per la prima volta il periodo natalizio dopo la separazione. Mio figlio Andrea ha 6 anni e credo stia soffrendo molto in questi giorni. So che avrebbe voluto festeggiare il Natale con la famiglia riunita, invece io e il padre abbiamo deciso di fare festeggiamenti separati. Andrea ha trascorso Natale con me, il mio compagno e i nonni materni, e per Santo Stefano è stato col padre, la sua compagna e i nonni paterni. Gli accordi sono che resterà con me fino a Capodanno, mentre starà con suo padre i primi giorni di gennaio.
Da genitori abbiamo preso questa decisione in buona fede. Volevamo evitare l’ipocrisia di riunirci di nuovo solo per il pranzo di Natale, e non volevamo dare ad Andrea la falsa speranza che io e suo padre potessimo tornare insieme. Ora temo di aver fatto la scelta sbagliata, perché nei giorni di festa ho visto lo sguardo triste e deluso di mio figlio, e da madre questo mi ha distrutta. Inizio a pensare di essere stata egoista e di non aver pensato al suo bene. Ma poi cerco di giustificarmi pensando che la nostra quotidianità ormai è così, e non voglio confondere Andrea, soprattutto ora che io e suo padre abbiamo nuove relazioni.
Cerco un suggerimento per rimediare a questa situazione ed eventualmente organizzare meglio il prossimo Natale, chiedo consiglio alla psicologa, grazie”.
Simona descrive una situazione familiare delicata, soprattutto per suo figlio Andrea, che sembra soffrire per non aver potuto trascorrere Natale con i genitori. Dal messaggio non emerge se Andrea ha avuto particolari difficoltà ad elaborare la separazione dei genitori. Il suo attuale turbamento non può esserne considerato un segno: anche i bambini più sereni sono messi a dura prova nel periodo natalizio. Persino gli adulti vacillano nel duro confronto con un modello culturale e mediatico di famiglia unita e felice.
Simona non deve sentirsi sola ad affrontare i dubbi e i timori da mamma separata, infatti in Italia si contano più di 2 milioni di coppie divorziate. Molte di queste hanno figli e devono imparare ad essere genitori in un modo nuovo, da single o membri di una famiglia allargata. Ci sono diverse scuole di pensiero su come gestire le vacanze natalizie a seguito di una separazione. Ma non esiste la ricetta perfetta e valida per ogni famiglia. Ciascuna coppia genitoriale deve riflettere attentamente su come garantire ai figli il clima più sereno e accogliente possibile, in un periodo che sollecita ricordi nostalgici della famiglia una volta unita e ora separata.
Ciò che non deve mancare per il benessere psicologico dei bambini è la chiarezza su come saranno organizzate le festività e la coerenza dei genitori. Se i genitori stabiliscono i tempi delle vacanze natalizie è importante che comunichino le loro decisioni ai figli, evitando di colpevolizzare l’altro genitore con frasi come “Ha deciso tuo padre / tua madre“.
In questo caso, se Andrea era al corrente di come avrebbe trascorso il giorno di Natale, allora Simona deve lasciare andare i sensi di colpa. Lei ha anticipato il programma al figlio, permettendogli di elaborare nel tempo la sofferenza inevitabile del suo primo Natale senza entrambi i genitori. Sarebbe stato problematico non esplicitare il programma delle feste. O peggio ancora chiedere direttamente ad Andrea come avrebbe voluto organizzarsi tra un genitore e l’altro. La richiesta sottostante è “il giorno di Natale vuoi rinunciare al papà o alla mamma?“, e ciò avrebbe provocato un fortissimo disagio e senso di colpa.
La scelta responsabile dei genitori in una situazione come questa consiste proprio nel prendere una decisione chiara, portarla avanti con coerenza e tollerare la frustrazione di vedere il proprio figlio che elabora sentimenti di tristezza, nostalgia, delusione, rabbia, senso di colpa. Ogni genitore preferirebbe evitare di far vivere a un figlio emozioni simili, soprattutto il giorno di Natale. Ma è fondamentale che i figli sentano di avere lo spazio per esprimere ciò che provano. Solo così potranno elaborare i loro vissuti con la sicurezza di essere visti e contenuti dallo sguardo e dall’affetto del genitore presente.
Certo è un compito molto difficile, ed è comprensibile che Simona si senta assalita dai dubbi e dal senso di colpa. Ma è importante che sia fatta a mente lucida un’analisi di ciò che Andrea ha espresso: quanto era triste? Fantastica che i genitori tornino insieme o è terrorizzato all’idea che la situazione non possa essere più come prima? Presenta dei sintomi da quando è avvenuta la separazione o il suo disagio è limitato a questo periodo natalizio? Fa incubi o è cambiato qualcosa nei suoi comportamenti?
Dal messaggio non ci sono abbastanza elementi per definire un quadro preciso di questa situazione, ma se si tratta di uno stato emotivo contenuto e gestibile, per quanto difficile da vedere con gli occhi di madre è in realtà un ottimo segnale, ci sarebbe anzi da preoccuparsi se il bambino non esprimesse disagio al suo primo Natale senza uno dei due genitori.
Invito Simona a prendere contatti con siti e forum di genitori separati per confrontarsi con altre persone e non sentirsi sola. Inoltre vorrei rassicurarla sulle scelte fatte. Ha trovato un accordo con il padre di Andrea a meno di un anno di distanza dalla loro separazione; ha coinvolto i nonni che giocano un importante ruolo di figure jolly che infondono ai bambini un forte senso di continuità e di affetto incondizionato e indissolubile; inoltre ha offerto ad Andrea la possibilità di esprimere la sua sofferenza, preparandolo a come sarebbero andate le giornate di festa.
I buoni genitori non hanno figli sempre felici, ma hanno figli che sentono di poter esprimere liberamente e con sincerità ciò che sentono. Soprattutto se è un’emozione percepita come negativa.
Articolo pubblicato su AlessandriaNews.it in risposta a una domanda giunta in redazione per la rubrica “la psicologa risponde”