Scrive Claudia (nome di fantasia), 32 anni: “So che si tratta di una domanda sciocca, ma vorrei sapere se esiste qualche risposta che può aiutarmi a superare questo momento così difficile… Come dimenticare una persona amata? Fino a un mese fa ero felicemente fidanzata, e ora non so come è finito tutto. Mi ha detto che ha bisogno di stare da solo, che non è pronto per la vita di coppia che desidero. Eppure era lui stesso a parlare di matrimonio e di figli!
Credevo fosse l’uomo della mia vita, e invece in pochi giorni la nostra storia di 3 anni è svanita nel nulla. Ho provato a ricontattarlo ma non ne vuole più sapere. Non faccio che pensare a lui, ne sono come ossessionata. Mi sento in trappola, non ho più il mio amore, e non riesco a riprendere in mano la mia vita da sola. Come posso dimenticarmi di lui e non stare più così male?”
Quando finisce un amore non c’è via di fuga alla sofferenza: chiunque sta malissimo. Nel distacco da una persona amata si devono affrontare tutti i passaggi di un vero e proprio lutto. Dunque bisogna compiere l’enorme sforzo di accettare la realtà della fine della relazione e vivere tutto il dolore di questa perdita. Sono comuni la paura di soffrire, il bisogno di anestetizzare completamente il dolore per non sentire più niente, la voglia di proseguire lo stesso rapporto con un sostituto per non dover ricominciare tutto daccapo.
Ma chi non dedica spazio sufficiente all’elaborazione della realtà e dei propri vissuti rischia di negare le proprie emozioni, o di restare ancorato ai fantasmi del passato senza riuscire a vivere il presente, o ancora di imporsi razionalmente drastiche limitazioni su quanto lasciarsi coinvolgere emotivamente nelle relazioni future. Per questo, piuttosto che interrogarsi su come dimenticare un amore finito, propongo di pensare a come superare la perdita della persona amata.
Per il benessere personale ritengo più utile integrare le esperienze relazionali positive e negative nella propria storia. Trovare un senso di continuità emotiva e relazionale può infatti rinforzare il racconto di noi stessi lungo l’arco di vita.
Dal messaggio di Claudia emergono i suoi vissuti di sofferenza, rabbia, ansia e solitudine legati all’abbandono da parte dell’ex dopo 3 anni di relazione. E’ del tutto comprensibile il suo disorientamento. Ha condiviso col partner l’investimento emotivo di un futuro di coppia, per poi vivere l’abbandono apparentemente legato a quegli stessi desideri di realizzazione del loro amore. L’incoerenza dell’atteggiamento di lui e il bisogno di spiegazioni hanno destabilizzato Claudia, la quale afferma di sentirsi come ossessionata da pensieri rivolti all’ex.
In questa situazione ripensare continuamente all’amato è del tutto normale. E’ avvenuta da poco una perdita importante e molto difficile da accettare. Probabilmente poi l’esigenza di integrare atteggiamenti discordanti porta Claudia ad analizzare minuziosamente i momenti vissuti insieme per capire che cosa sia successo.
Claudia non potrà forse mai sapere la verità su che cosa abbia motivato l’ex a interrompere la relazione. E a dire il vero non è così importante. Ciò che conta è che lei esprima tutte le sue emozioni e i pensieri, dal momento di crisi ad oggi che la storia è finita. Questa fase è molto dolorosa, ma anche se ci si sente soli al mondo è importantissimo non dimenticare le persone care. Queste saranno sicuramente disponibili ad accogliere l’amico/a che sta soffrendo e ad ascoltare il suo dolore, dando un minimo di sollievo nei momenti più difficili.
Tuttavia, condividere la propria sofferenza con gli amici non deve diventare un modo per rinforzare emozioni e pensieri negativi; sarebbe meglio evitare di parlarne con più persone in più occasioni, per non rivivere costantemente l’origine e l’apice del proprio dolore. Solo quando sarà stato detto tutto non ci sarà più niente da aggiungere, e si dovrà necessariamente pensare al finale per il racconto della storia sentimentale. Allora si potrà dare spazio a nuovi pensieri, e si potranno condividere con gli amici alcuni momenti di leggerezza in modo più sereno.
Anche se Claudia soffre per i rifiuti dell’ex compagno, considero una nota molto positiva il fatto che lei abbia ricevuto un messaggio chiaro e coerente: la storia è finita, definitivamente. E’ un messaggio duro che certamente la fa soffrire, ma le permette di non farsi illusioni su un eventuale recupero della storia. Ben più complicate sono le relazioni che sembrano non finire mai, con continue ritrattazioni che creano situazioni di “tira e molla” difficili da gestire. Quando il rapporto non è più recuperabile, la lontananza seppur dolorosa è generalmente la condizione migliore per elaborare la perdita della persona amata e trovare nuovi equilibri.
Passata la fase di sofferenza più intensa bisogna fare i conti con un grande vuoto che prima era occupato dall’affetto e dal tempo materiale dedicato all’ex partner. Questo è il momento di prendersi cura del proprio benessere psico-fisico. Il consiglio generale è quello di recuperare una vecchia passione o trovarne una nuova e dedicarvi il tempo libero. La danza, lo sport, il volontariato, la cucina, il teatro, la fotografia, la pittura… Qualsiasi attività fisica e creativa può aiutare a ritrovare molte energie positive, a potenziare l’autostima e a conoscere nuove persone con cui condividere una passione.
Tra le donne è frequente la ricerca di un nuovo look, non solo per valorizzarsi e sentirsi più attraenti, ma anche per rendere visibile il cambiamento emotivo reale o desiderato e potersi così sentire donne nuove, lontane da un momento passato di intensa sofferenza.
In questa fase non mancano però i momenti bui; ogni persona deve trovare il proprio modo di gestirli, senza evitarli né concedere loro troppo spazio. Di fronte a emozioni o pensieri malinconici si può pensare intensamente a uno o più difetti dell’ex partner, e dare libero sfogo al fastidio che si è sempre provato attraverso pensieri, parole, frasi scritte su biglietti che poi magari si decide di stracciare con soddisfazione.
Come altra possibilità, a volte si può anche scegliere di scacciare i pensieri dell’ex dedicandosi a un’attività o uscendo con gli amici. Questa però non può essere l’unica risposta, altrimenti si rischia di cadere nella negazione delle proprie emozioni, perdendo la possibilità di affrontare il passato e prendersi delle rivincite.
Senza voler dare vane speranze, vorrei comunicare un messaggio positivo a chi si trova nella stessa situazione di Claudia: con il tempo e le nuove passioni, abitudini e compagnie, arriveranno nuovi equilibri e in alcuni casi si realizzeranno delle vere e proprie trasformazioni. Chi ha la forza e il coraggio di affrontare l’immensa fatica di piangere e stare male fino in fondo per la fine di un amore viene poi ripagato dalla comprensione di sé, del proprio funzionamento, delle fragilità, dei punti di forza, delle risorse, dei bisogni.
Tale consapevolezza costituisce un immenso tesoro che può aiutare la persona a vivere con più maturità e coscienza le relazioni future. Sarà prezioso tenere a mente sia i momenti di crisi e di fallimento sia quelli di gioia e stabilità.
Riprendendo la domanda di Claudia “come posso dimenticare e non stare più così male?” il suggerimento è quello di non dimenticare, bensì di trovare la forza e il coraggio di affrontare la sofferenza per questa separazione. L’unico modo di superare il dolore per la fine di un amore è piangere tutte le lacrime che si sente di dover versare, esprimere tutta la rabbia e i sensi di colpa, e trovare il proprio modo di raccontare la storia passata dall’inizio alla fine, per poterle così dare una sorta di chiusura narrativa e creare nuovi equilibri e opportunità di vita.
Articolo pubblicato su AlessandriaNews.it in risposta a una domanda giunta in redazione per la rubrica “la psicologa risponde”